Il mosso, il nero, l’essenziale
Un corpo attraversa lo spazio,
e quel che resta è eco, vibrazione, memoria del gesto.
Il corpo si fa traccia, la luce disegna ciò che sfugge.
Perché il mosso? Perché il nero? Perché non cercare la perfezione?
Perché in un mondo di immagini tutte uguali,
l’unica possibilità è togliere.
Alleggerire.
Tenere solo l’essenziale.
E poi lasciarlo andare.
Non c’è bisogno di spiegare.
Chi si ritrova in questo movimento, prima o poi mi troverà.
Giocare il boudoir o la nude art in questo modo
vuol dire stare nel margine sottile tra l’apparire e lo svanire.
Vuol dire affidarsi a un processo che non si può replicare.
Un servizio fotografico unico e irripetibile,
dove anche gli scatti più “tradizionali” sanno essere speciali.
Se senti che è tempo di raccontarti in modo diverso,
senza pose, senza rumore,
scrivimi.
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1 Comment
marcella fadda
Enchanti